mercoledì 26 ottobre 2011

Il mantello - Indumento senza un perchè

Buongiorno modaioli appassionati di supereroi!
Eccoci ad un nuovo appuntamento della rubrica “chi-te-lo-fa-fare?”
Una rubrica con questo nome non esiste, ma fa lo stesso.
L’argomento di oggi è ‘ Il mantello’.  Adorati paladini mascherati, vedo che tra voi vige inarrestabile la tendenza ad ammantarvi: Batman, Superman, Robin, Magneto… senza distinzione di sesso e casa editrice sentite il bisogno impellente di appiccicarvi alle spalle uno straccetto svolazzante.
Sfiorando al volo la questione estetica (avete sempre molto gusto nella scelta dei colori , complimenti) vi porterei a riflettere sulla scarsa praticità di questo indumento.
Prima di tutto, la storia è maestra di vita e se da secoli il mantello è stato frullato nella monnezza evidentemente un motivo c’è. A maggior ragione se si svolge un’attività movimentata come la vostra:  qui di seguito vi mostrerò qualche situazione in cui potreste incappare.

-         ACCECAMENTO –
Nel bel mezzo della lotta furibonda il nemico compie un semplice gesto: alza il vostro mantello come fose la gonna di una compagna di classe delle elmentari e il buio cala su di voi. Molta ridicolaggine ma basso rischio di decesso.


-         IMPIGLIO –
Caso 1: Fletti i muscoli, sei nel vuoto…appeso. Bella figura.

Caso 2: Il tuo drappo personale, nel mezzo dell’azione drammatica si impiglia in qualcosa in movimento. Alto rischio di morte violenta.


-         INCENDIO –
Compiendo il tuo dovere di eroe ti lanci impavido tra le fiamme tra gli applausi generali; ne esci fiero, come una sposa felice in un filmato amatoriale, vale a dire tendenzialmente in fiamme.


-         PIOGGIA  -
Stai combattendo come se non ci fosse un domani e all’improvviso comincia a piovere; di colpo ti ritrovi una pezza fracica aderente come una seconda pelle e pesante come ghisa. Complimenti per la silhouette.

Naturalmente ha anche dei vantaggi.
-         Vi permette di sparavi le pose da vanesi quali siete.


-         Vi nasconde agilmente.


Non so, non voglio condizionare il vostro giudizio e minare le vostre certezze, ma vi spingerei quantomeno a pensarci su.
Ho poi una domanda in particolare, diretta espressamente ad uno di voi; Superman, considerata già la sconcertante coincidenza per la quale un paio di occhiali ti rende irriconoscibile nei panni del tenero Clark Kent, ti sembra il caso di mettere ulteriormente alla prova i tuoi conoscenti portando un mantello stropicciato appallottolato sotto la giacca? O lo porti rincalzato nei pantaloni? Eh si, perché tu ti cambi al volo nelle cabine quindi sto straccetto da qualche parte devi pur avercelo!


Detto tutto questo, diciamo tutti insieme no al mantello! Inutile, brutto, difficile da disegnare (diciamolo che queste pezze svolazzanti tendono un po' a somigliare a girigori di alluminio invece che a morbidi drappi) e pericoloso. 
A supporto della mia tesi, porto anche una voce autorevole, la mia mentore e ispiratrice, la stilista delle divinità... Edna.
Andate al minuto 0:30 e pensate figliuoli, se davvero è questa la fine che volete fare!

VG

mercoledì 19 ottobre 2011

Robin - Adolescenti allo sbaraglio

Eccoci di nuovo qui, questa volta in compagnia di un giovincello appena svezzato che a quanto pare avrebbe fatto meglio a non sostituire mai le fasce che lo avvolgevano con le indecenze che porta ora.
Saltando a piè pari quella che potrebbe essere un’interessante dissertazione sul perché un miliardario con manie di travestitismo si accompagni ad uno sbarbatello in piena pubertà e sulla qualità del loro rapporto, passiamo all’abbigliamento.


Diciamo che voi supereroi non brillate per gusto in fatto di moda, ma tu figlio mio stai messo proprio peggio di tutti; già dall’accostamento dei colori si auspicherebbe un daltonismo congenito purtroppo inesistente. Sul serio? Verde rosso e giallo? Hai chiesto consigli per lo styling ad un semaforo? Ragazzo mio, come speri di passare inosservato? Il tuo mentore fa tanta attenzione al suo look total black da becchino per mimetizzarsi nella vostra cinerea città e tu ti presenti vestito come un senegalese patriottico? Davvero non hai imparato nulla! Oppure dobbiamo sospettare del tuo nero amico e cercare con attenzione sull'enciclopedia il significato di 'vittima designata'-
E poi, davvero pensi che la striminzita mascherina che porti in faccia basti a distogliere l’attenzione dal fatto che stai zampettando per la città in mutande? Novello Robin Hood, il tuo gonnellino di ridotte dimensioni somiglia pericolosamente ad un gilet da pescatore di qualche taglia di troppo, ma non basta certo a coprirti le pudenda!! L’infanzia è finita, basta chiappette all’aria! Adottare come soluzione uno slip anni ’70 non mi pare la migliore idea che potessi avere.
E le gambe. Apriamo le gambe. No cioè, apriamo la questione delle gambe.
Generazioni di lettori se lo sono chiesto. Ma tu, giovane pettirosso, come fai a sfoggiare arditamente quei due petti di pollo che chiami polpacci lucidi e lisci?
Dicci il tuo segreto. Calze coprenti? Dai pattinatori a Milly Carlucci le 70 denari hanno  salvato la reputazione di svariate persone; comode, agili, facili da indossare e resistentissime, tengono caldo ma si adattano ai movimenti naturali del corpo.  Oppure, e qui scatta la mia stima, tu ti depili. Non negare, non usare la tua giovinezza come scusante, alla tua età tutti sfoggiate fieramente baffi degni di un cinese e le tue gambe non saranno da meno; il massimo che ti posso concedere è che invece dei riccioli alla Shirley Temple saranno ricoperte da una soffice moquette, comunque ben visibile. Quindi o calze o depilazione. Che metodo preferisci? Osi una ceretta inguinale? Oppure je dai giù di lametta? Nel secondo caso non vorrei essere li quando ricresceranno dei tronchi di sequoia. 
Dulcis in fundo, penso alle tue scarpe. Cosa sono esattamente? Tronchetti? Calzini suolati? Babbucce da notte? Come speri di svolgere il tuo compito così? 
A parte l'orrenda visione (poi abbinata alla gamba scoperta, mammamia!) quale aderenza ti possono garantire?
Comunque figliuolo, noto con piacere che ultimamente hai cambiato vagamente stile e ti sei dato alla tuta di tipo militare, con anfibi, dettagli maschi e soprattutto, gambe coperte. 

Certo, sui colori proprio non ci siamo, e rimane il gilet da Misseri.
Ma sei giovane, voglio darti fiducia e confido nel tuo proseguire nella giusta direzione; scegli accessori grintosi e virili e non gonnelline da donnicciola. Ricorda, per un supereroe cuoio batte sempre nylon.  Magari, coi soldi che ha l’alter ego del tuo amichetto cornuto potreste pure affittarvi un personal stylist; se non volete che scopra il vostro secondo lavoro potete sempre addurre come scusa la necessità di avere dei costumi per un giochino speciale. Credetemi, si fiderà.
VG

giovedì 13 ottobre 2011

Il costume dell'uomo ragno - un mistero insoluto


Salve a tutti!
Su ispirazione e consiglio di VS, oggi sono qui per portare alla vostra attenzione un argomento di vitale importanza, qualcosa che ad ognuno di noi ha sottratto qualche ora di sonno e fatto spuntare qualche ruga. Come è fatto il costume dell’uomo ragno? Non da cosa è fatto (questa sarebbe un’altra bella questione, e io alla faccia dei costumisti hollywoodiani amanti del gommosino squamato ho l’impressione che sia di jersey o elastan); intendo da quali pezzi possa essere composto.
Non lanciatevi in soluzioni affrettate, che la questione si dimostra spinosa e delicata.
Assecondiamo la nostra prima idea, quella che si materializza spontaneamente nella testa di tutti: passamontagna, maglietta, pantaloni, stivali e guanti.



Facile. Troppo facile. L’argomento non si esaurisce con cotanta leggadria, perché il nostro radioattivo amico non se ne va a caccia di criminali svolazzando seraficamente o passeggiando flemmatico; lui se ne schizza da palazzo a palazzo contorcendosi e rimbalzando come un indemoniato.Assume le pose più astruse e improbabili, teoricamente ragnesche e in realtà pericolosamente somiglianti ad una Comaneci che abbia esagerato col doping. Tenendo presente tutto questo, la classica divisione in indumenti del costume si dimostra poco funzionale: reni scoperti, cappuccio svolazzante, pantaloni a mezzo polpaccio.


E quindi questa prima ipotesi dobbiamo accantonarla. Proviamo con la seconda. Potremmo essere più fortunati. Potrebbe trattarsi di un pezzo unico.


Il che vorrebbe dire che il nostro uomo ragno durante le sue ronde notturne non avverte mai il bisogno di fare pipì; magari ha ereditato anche questo dall’insetto che gli ha donato i polpastrelli pelosi. Oppure potremmo sorprenderlo in un vicolo col costume a mezza coscia che spisciazza imbarazzato dietro un cassonetto. O potrebbe essere in possesso di un pratico, utile, confortevole catetere. Ma sospetto che nessuna di queste opzioni sia veramente accettabile a meno che qualcuno non desideri come idolo personale un giovanotto pannolonato.
E comunque, lo abbiamo visto più volte sfilarsi gli stivali e i guanti, e rimarrebbe la questione dei polpacci en plein air.
Resta quindi un'unica soluzione, per quanto difficile sia da accettare. Il ragno –costume si compone di: cappuccio, body, guanti, pantajazz e stivali.


Ebbene sì. Comode fascette di tessuto intorno a pollici e talloni per evitare fastidiose prese d’aria. E’ un duro colpo, ma l’abbigliamento del vostro beniamino ricorda pericolosamente quello delle istruttrici di aerobica in videocassetta dell’83.
In ultimo, rimane la questione del cappuccio. Ho pensato due possibili opzioni: passamontagna fermato da semi invisibili bottoni automatici o cappuccio infilabile sotto la maglia stile finto lupetto di Howard Wolowitz (se non sapete chi sia costui, correte a vedere The big bang theory).
Ai posteri l’ardua sentenza.

VG








sabato 8 ottobre 2011

Wolverine - 'Da via salaria ai boschi del canada'


Guardate attentamente i capi di vestiario nell’immagine qui sopra e ditemi SINCERAMENTE cosa pensereste vedendovi comparire davanti un ometto tozzo, tarchiato e ipertricotico inguainato negli sfavillanti leggings gialli che vi ammiccano qualche riga più su.
Logan non ci siamo, il tuo costume originale ci porta alla mente un passato di travestitismo selvaggio; mi chiedo tu, il più virile dei supereroi (ma anche il più irsuto) come facessi a mimetizzare la tua peluria sotto il giallo canarino; usavi dei collant coprenti 50 den? Non credo davvero sarebbero stati sufficienti a mascherare i ciuffi di biada di cui sei ricoperto … optavi per un leggins? Consapevole spero di somigliare pericolosamente ad una versione di ‘Jane Fonda’s workout’ post catastrofe nucleare. E dello stivale vogliamo parlare? Novello Pretty Woman te ne sgambettavi felice per il Canada con sexy stivali mezzo polpaccio blu cobalto. Non sprecherò neanche righe per proferire inutili parole sulla terribile cintura rossa di  vernice rubata ad Olivia Newton Jhon.
Un tupperware di testosterone come te ha bisogno di ben altro!
Prestami pupilla zotico, che ci penso io.


Il fatto di possedere un fattore rigenerante non è un buon motivo per affrontare combattimenti e battaglie protetto solo da nylon e viscosa. Ho pensato ad un abbigliamento tecnico, in cuoio rinforzato che ti permetta di dare tregua al fattore rigenerante e sprecare le tue energie in qualcosa di meno utile e sicuramente meno edificante. Teniamo conto anche di questa tua ehm… ‘peculiarità’; ammesso che proporti uno smalto lucidante per gli artigli potrebbe voler dire oltrepassare lievemente il limite, ti suggerisco almeno di indossare dei guanti idonei, che non debbano essere cambiati ogni volta perché ridotti a brandelli e un pelo meno eleganti del modello Audrey Hepburn – Colazione da Tiffany che hai sventolato qua e la per anni.
Ed ora, dopo aver allontanato la tua immagine mascherata da quella di Jennifer Beals  (slip sui leggings!! Slip sui leggings!!!) passiamo al tuo look ‘in borghese’.


Questa canottazza me la sciogli nell’acido, grazie, che siete rimasti tu e Bruce Willis a considerarla sexy e virile. Sui jeans beh, che dire, sono la cosa meno grave nella quale potessi insaccare quei San Daniele che chiami polpacci. Magari lavali una volta o due, nel caso volessi evitare di fargli assumere autonoma vita e personalità. Senti a me, siamo fortunati tesoro, quest’anno il look boscaiolo – pecoraro va un casino! L’hai visto quel tocco di figo che al cinema si spacciava per te? Niente a che vedere, ma quanto a stile è una guerra vinta a tavolino! Fòderati di camicie di flanella quadrettate, infilati dentro pelosi gilet e cuoiose giacche, metti in mostra il pastore sardo che è in te!
Vogliamo dire qualcosa sulle scarpe? Abbasta con gli stivali texani! Sei texano? Non mi risulta e allora sfoggia con fierezza scarponi adatti al freddo e alla neve, sfilati quelle terribili pinne cuoiate che in corsa ti trasformano in un grosso pinguino ipertricotico.
Ciò che è fatto è fatto, ciò che è detto è detto, che lo stile sia con te!
VG

venerdì 7 ottobre 2011

Julia Kendall - Parte 2 - "Eleganza e tempo libero"

Julia, eccoci di nuovo qui, ad ammirare l'apocalittico spettacolo del tuo guardaroba.
Passiamo al tempo libero, sempre che tu ne abbia, così noiosa e seriosa come sembri.
Potrei quasi ammirare la tua passione per i trench, se non condividessi i tuoi modelli preferiti col tenente Colombo. Anche qui, largo alle nuove forme! Trench più femminili, con un taglio fantasioso a campana che ti rendano vezzosa e pratica allo stesso tempo.  Per quanto riguarda i look da giorno, pantalone e gonna che siano dovremmo dare alle fiamme il guardaroba intero.  


Il regno dell’ignava giacchetta ¾  e del pantalone ascellare, per non parlare di alcune orribiltà tipo lo smanicato di piuma d’oca da pescatore del baltico. Daje con capi in pelle, grintosi e giovani, pantaloni aderenti (sei uno stecchino figlia mia!) minigonne e camicette spiritose; approfitta del tuo aspetto androgino per osare accessori maschili e rendere il tuo stile indimenticabile. Scarpe comode ma belle, qualcosa di più elaborato dei soliti calzini suolati che tendi a far passare per scarpe da sport; con mille varianti puoi rendere unico lo stile classico che sei convinta di avere.
E la sera. 


Devo ammettere che la scelta del tubino nero leva tutti dall’imbarazzo, si sa che è il capo evergreen salvaguardaroba. Ciononostante ti suggerirei di allontanarti dal modello classico che portava la tua beniamina nel ‘63 e lanciarti in qualche variazione sul tema, a seconda del tipo di serata a cui ti appresti a partecipare. Anche qui, ci tengo a ricordare LE SCARPE,  che non sono solo quelle ciociette sciape che indossi tu.
Dulcis in fundo, mi permetto di dirti due parole sull’acconciatura che porti fieramente dal 1998. Appoggio la scelta del capello corto, sexy ed estremamente gestibile,  ma boccio in toto la cofana che troneggia sul tuo capino. La nostra Audrey, icona indiscussa, ha fatto il suo tempo! Se vivesse oggi e ti vedesse così, imbraccerebbe con cieca furia un tagliaerba! Ti propongo dei tagli ugualmente comodi ma decisamente più attuali, che valorizzerebbero la forma del tuo viso e i tuoi occhioni da cerbiatta.


Fatto, quello che dovevo dirti l’ho detto.  Ora vai, e che lo stile sia con te!
VG

Julia Kendall - Parte 1 - "Al lavoro"


Julia, tesoro, no.
Da dove dobbiamo cominciare? Non so, davvero perdo l’orientamento davanti a questa infinita sequela di capi obsoleti e fuori moda!
Ma cosa ti dice la testa? Una sorella modella e niente, vedo zero recezione qui!  Pronto, ragazza mi senti? Siamo in linea con la moda!
Il look da lavoro, iniziamo da qui.
Cosa sono questi orribili tailleur longuette conditi da giacche tre quarti? Gli anni ’80 sono finiti da un pezzo tesoro, questa roba non la metterebbe neanche Cindy Lauper! Gonne di lana infeltrita altezza ginocchio, cintine di plastica dei cinesi, smanicati a collo alto sintetici e sudaticci ma cosa vuol dire? E’ questa l’eleganza? Somigli tanto ad Audrey Hepburn  ma questo non vuol dire che devi vestirti come lei…la signora è concime per piante da tempo ormai! Se fosse vissuta oggi di certo non avrebbe azzardato questa pochezza di abbinamenti. Mai più giacche mezza misura, mai più pantaloni a vita alta con maglioncini infeltriti strizzati nella cintola ragazza, di Beverly Hills sono finite pure le repliche e conciata così rischi che qualcuno ti scambi per miss Marple!
Ami i tailleur? Ti piace restare sul classico? Approvato, vediamo per cosa potresti optare.


Con il fisico che ti ritrovi (fortunella) puoi indossare davvero qualsiasi cosa, il che ci lascia ampie possibilità di manovra; vogliamo iniziare con l’abbinamento gonna-giacca? Ottimo, opterei per una gonna a vita alta (si la vita alta la usi anche tu, ma credimi questa è tutta un’altra cosa: niente a che vedere con gli indumenti alla Obelix che ti ho visto sfoggiare fieramente) una gonna fasciante, sexy ed elegante ma allo stesso tempo comoda e abbastanza lunga da permetterti di sederti sulla cattedra senza che mezzo ateneo possa fare la conoscenza delle tue ovaie, abbinata ad una camicia di seta bon ton, accollata e dignitosa alleggerita dal fiocco vecchio stile all’altezza del collo. Oppure, se proprio ci tieni alla giacca (o se fa un freddo glaciale e non vuoi fare lezione in codice morse)  puoi abbinare un blazer grigio tono su tono, media lunghezza che ti terrà calda senza sembrare la controfigura di Angela Lansbury.
Se invece decidessi di nascondere le tue gambe da fenicottero virando verso un pantalone hai la possibilità di scegliere un look garconne:  giacchino corto doppiopetto di taglio maschile con pantalone a tubo alla caviglia, abbinato ad una camicia semplice; potresti osare un cravattino, ma occhio a non esagerare: il rischio di apparire una camion che ha perduto la via è sempre dietro l’angolo.
E le scarpe. Le scarpe figliuola.
Cosa sono questi orribili mezzi tacchi? Queste decollete tristi, senza voglia di vivere?
Hai un fantastico collo del piede quando te lo disegnano, azzarda! Francesine, tronchetti, decolletè dalla forma originale e soprattutto tacchi tacchi tacchi! Hai una macchina fantastica, parcheggi a 10 metri dall’ingresso della tua università, per quale motivo avresti bisogno di comodità?
E comunque, ammesso e non concesso che camminare e deambulare serenamente sia un umano bisogno c’è di meglio dei tacchetti a rocchetto di Sandra Mondaini. Da un estremo all’altro: ballerine piattissime, di vernice o di camoscio, decorate o semplici comode e signorili.
Non finisce qui dolcezza, le nostre fatiche sono appena all'inizio.
VG