domenica 18 dicembre 2011

In their shoes - scalzi alla meta

Dopo una pausa considerevole e indesiderata eccoci di nuovo qui a parlare delle tragiche scelte in fatto di abbigliamento dei vigilantes mascherati.
La questione che vorrei sottoporre oggi alla vostra attenzione è la seguente: le scarpe. Voi direte: “non è una questione”. E invece no, vi sbagliate, perché diventa tale non appena l’argomento ‘calzature’ viene accostato ai nostri estrosi beniamini.
Non so se qualcuno di voi si sia mai soffermato un attimo a riflettere su cosa portano ai piedi quelli che in teoria dovrebbero salvarci da orribili minacce; ve lo dico io: per lo più vestono fieri delle sottospecie di stivali enormemente più simili a calzini suolati.


La mia domanda, come spesso succede è ‘perché’?
Proviamo ad analizzare le possibilità.
SONO UTILI PER MUOVERSI AGILMENTE.
No, ovviamente. Accettando l’ipotesi che siano di cuoio con una specie di suola (a volte c’è un po’ di tacco che lo testimonia) possiamo serenamente dire che sono la cosa meno adatta per correre, arrampicarsi, zompettare e picchiare. La suola non garantisce assolutamente nessun tipo di aderenza su nessun tipo di terreno, conducendo il più delle volte a pirotecnici scivoloni con anesse e connesse simpatiche culate. Per non parlare della situazione in caso di pioggia! Avete studiato tutti a scuola guida il fenomeno dell’aquaplaning? Allora saprete sicuramente di cosa parlo.
E dai tempi dei 3 moschettieri che lo stivale di pelle non va più come passepartout (e ovviamente come ‘scarpa d’azione’) fatta eccezione per i protagonisti di fantasy, che tanto nel fantasy si sa tutto può succedere, le suole in pelle possono avere buona aderenza e "i passerotti possono scureggiare fuoco" (cit.).
Se invece sono veramente calzini con la suola vi faccio i miei complimenti vivissimi per la scelta, e vi consiglio di andare a discutere di stile con Lucy a Twin Peaks, di sicuro apprezzerete i suoi fantastici maglioni. Non mi soffermerò neanche ad analizzare la scomodità che porta con sé il fatto di correre semiscalzi nell’acqua, nel fango, sull’asfalto di una città depravata, incappando in continuazione in oggetti contundenti e ritrovandosi (alla meglio) con due straccetti appiccicosi ai piedi.


Se veramente il vostro primo pensiero fosse quello di essere comodi e agili optereste per delle scarpe più tecniche, scarpe da trekking, da ginnastica o anfibi, adatti a muoversi senza rischiare di sperimentare in aria le figure del pattinaggio artistico.


L’altra opzione potrebbe essere,
SONO BELLI.
No, non lo sono. E se pensate che lo siano sbagliate. E basta. Non c’è altro da dire. Se volete indossare scarpe belle allora sfanculate la comodità e scegliete delle scarpe vere (soprattutto voi, squaqquere mascherate).


L’ultima cosa che mi viene in mente è
SONO COMODI.
E questo potrebbe anche essere vero. Ma non giustificherebbe comunque la scelta! Anche le crocs, anche le scarpe delle suore, anche i sandali birkenstock sono comodi! Non siete mica delle massaie che devono andare a fare la spesa, siete eroi! Avete un immagine da salvaguardare (o da migliorare piuttosto). 


La gente spende i soldi per comprarsi i vostri gadget, volete davvero essere ricordati come dei palestrati in pantofole solo in nome della comodità??!Volete davvero che i bambini sotto l'albero a natale trovino un'action figure con le scarpe correttive? 
Che poi, tutta questa comodità supposta, mi lascia molto perplessa. 
Se stiamo parlando degli stivali tipo Jack Sparrow, vi dico per esperienza che prima di poterli chiamare 'comodi' bisogna attraversare una teoria di vesciche e piaghe, nonchè infiammazioni tendinee degne di nota in caso di corsa improvvisa. Se invece stiamo sostenendo il confort del calzino foderato di gomma beh, potrei appoggiarvi solo se compieste le vostre avventure in una casa col parquet appena messo; in tutto il resto dell'universo creato i suddetti pedalini sono solo garanzia di lesioni e lividi, per non parlare del fatto che per correre velocemente su qualsiasi superficie bitorzoluta dovreste avere le doti di un fachiro. 
Rimane quindi la domanda in apertura del post, sbarbatelli in costume, PERCHE'??
Addio deludenti scolari, e che lo stile sia con voi!

VG

lunedì 21 novembre 2011

Il pelo nell’uovo – ovvero il ritorno del pilu in vetrina



Supereroi foderati di pelliccia, basta emarginazione! Basta discriminazione causa parassiti annidati tra i tarzanelli! Che sia vostro o che lo sfoggiate con portamento fiero quest’anno il pelo è tornato di moda!
Benvenuti gilet, stivali, colli, giacche e mutande foderate di sintetica pelliccia.
L’apprezzabilità estetica di questi capi è quantomeno opinabile ma, belli o brutti che siano, troneggiano fieri nelle vetrine di tutti negozi più in, implacabile richiamo a travestirsi da Shitzu.


Indi per cui, pelosi amici, i vostri terribili capi in moquette animale sono diventati sorprendentemente di tendenza!


Chi l’avrebbe mai detto, le vesti che prima identificavano senza ombra di dubbio un cavernicolo ora sono la bandiera di modelle e fashion victim, trascinando anche voi in questo vortice di riabilitazione estetica; quindi che vi sentiate zampognari, pastori , pecore (da non lasciare in compagnia dei suddetti) o leopardi, armatevi di antiparassitari e deodoranti e tirate fuori la bestia che è in voi.


A mio parere però, l’unica che ha davvero capito tutto è la Gatta nera, che il pelame l’ha schiaffato solo a contornare e sottolineare le bocce (che poverine ne sentivano proprio il bisogno) e ha sparso dei ciuffetti qua e là ma in realtà si è foderata di latex;
tanto per confermare che l’unico pelo che davvero funziona è quello di cui si parla a proposito del carro di buoi.

venerdì 11 novembre 2011

Elektra – Il sottile confine tra esotico e osceno


Eccoci cara Elektra, è arrivato il tuo turno di passare le forche caudine dello stile e dire che sei impreparata all’evento è usare un grande eufemismo.
Mi si dice che l’unica giustificazione che porti a favore del tuo inadeguato abbigliamento sia “sono una ninja, faccio parte della ‘Mano nera’”; ma in verità ti dico che ti sbagli, al massimo conciata così puoi essere una zingara e di nero farci vedere solo la luna. 
Eh si perché tu, novella Cloris Brosca, stai tentando di farci passare per ‘abbigliamento da ninja’ una succinta accozzaglia di straccetti svolazzanti che ti lasciano per metà del tempo con la bernarda all’aria fresca e sinceramente non mi risulta che nessun‘altro dei tuoi supposti compagni corresse sull’acqua o uccidesse qualcuno con i gioielli di famiglia in bella vista. Senza contare che oltre alla dubbia utilità in combattimento (forse come diversivo) le tue scelte in fatto di look sono ampiamente discutibili; sai chi è l’ultima persona che ha fatto parlare di sé per una bandana proprio come la tua? Uno che si è fatto trapiantare in testa i peli del deretano e necessitava di nascondere l’obbrobrio. Vuoi davvero che si pensi questo? Non credo proprio bella mia, perché puoi fare la santarellina-creudele-assetata-di-vendetta quanto ti pare, ma gli accostamenti che hai scelto urlano “Hey sono una ragazza gnocca e disponibile che farà finta di tirare qualche calcio per spararsi due pose” e non “ sono crudele e vi odio tutti così tanto che non mi interessa la vostra opinione sul mio aspetto che deve risultarvi solo temibile”. 
Dai anche il cattivo esempio, che poi le bambine si comprano i tuoi giocattoli e crescono male. 

Quindi, facciamo le serie, tu te la passeggi un po’ sui viali e in questo non c’è nulla di originale rispetto alle tue colleghe super eroine, però hai un gusto che fa pietà ed ora mi darai ascolto.
C’è bisogno di onestà, se si vuole zoccoleggiare che lo si sappia fare! Ti propongo un look sexy (molto sexy, quel tipo di sexy che è vietato ai minori) e che comunque apparirà un po’ più grintoso della parannanza nella quale ti aggiri.


Via quella bandana da Pantani e sistemiamo i capelli con dei lacci più ordinati, poi leviamo lo zinalone rosso e lo sostituiamo con una maglietta monospalla coordinata a pantaloncini di pelle con laccetti, che un po’ di aria alla gnugna la facciamo prendere comunque; via i calzini suolati (a quanto pare un must) e benvenuti agli stivali da spogliarellista di vernice. Per i guanti, mi sono permessa di levarti i laccetti dagli avambracci e sostituirli con dei guanti lunghi di pelle, ma se proprio ci tieni a mantenere l’unico elemento del tuo abbigliamento che rimandi vagamente all’oriente te li puoi pure tenere, a patto di portarli legati stretti e non svolazzanti in modo da non sembrare una giostra delle fiere di campagna.
Vale la pena ricordare, che qualcuno ha già provato a  rifarti il look quando sei andata sul grande schermo col risultato di ficcarti addosso i vestiti di Xena lavati per errore con un calzino rosso nel cestello. 


Il look ninja l’hanno bellamente ignorato a dimostrazione del fatto che il match look da zoccola vs look da qualsiasi altra cosa ha esito certo e scontato.  
Quindi, diamo una versione del look sexy ma pantalonato che non sembri un plagio della principessa guerriera.  


Manteniamo la maglietta monospalla che ricorda la schifezza che usi indossare ora, ma la abbiniamo ad un pantalone rosso di pelle aderente; per i guanti vale quello che ho detto a proposito del look precedente e per i capelli idem: niente bandana da pappone e mettiamo un nastro che sia sistemato in maniera decorosa. Come calzature, visto che in questo caso abbiamo il pantalone lungo proporrei dei tronchetti, chiusi o open toe, per me fa lo stesso.
Se poi attacchi la lagna che “no ma io sono una ninja troppo castigata che ti credi mica volevo far vedere le brocche” allora bella mia facciamo le serie e ti ficchi dentro una tuta da ninja monacale, senza prese d’aria anomale e bocce roteanti, ti metti le scarpette palmate senza tacchi ne fronzoli e vai la fuori a fare la combattente davvero invece che fare virtuali spaccate sulle pannocchie ogni volta che devi dare un calcetto.


Bene, abbiamo finito la lezione di oggi, carina vai e vedi di tenere a mente i consigli che ti sono stati dati. Che lo stile sia con te, qualsiasi esso sia.

VG

martedì 8 novembre 2011

Daredevil - Come vestirsi al buio


Sei perdonato, mi rendo conto che non è colpa tua. Di tanti sensi ipersviluppati che hai, pretendere quello estetico è davvero chiedere troppo. Che poi, volendo essere sinceri, con la tua tutina rossa (è rossa sai) sei messo meglio di tanti altri. Vai in pace, e che lo stile sia con te anche se non te ne accorgerai.

VG

giovedì 3 novembre 2011

Vano Portaoggetti – Nuove frontiere dell’umana sapienza

Buonasera svolazzanti appassionati di travestitismo, sono qui di nuovo per porvi nuove entusiasmanti questioni.
Giorni fa mi trovavo a girovagare sfiancata dal peso della mia ultracapiente – megastipata borsa e una domanda ha attraversato come un lampo le mie meningi: calzamagliati e tutati come vi aggirate, dove riponete le vostre carabattole personali?
Ovviamente non mi riferisco a quelli di voi che previdenti e solerti, negli anni ’90 si sono decisi ad indossare preziose cinture multitasche; mi riferisco a quelli e quelle (soprattutto!) che si aggirano per le metropoli insaccati dentro seconde pelli di nylon.
Voi uomini mi direte la mitologica frase che ogni uomo pronuncia prima di ravvedersi e dotarsi di un (nella maggioranza dei casi orrendo) borsello: ‘vabbè, ma cosa dovrò mai portarmi dietro?’
E qui casca l’asino! Questo discorso fa acqua da tutte le parti.
La maggior parte di voi, nel tentativo di rendere meno monotona agli occhi dei lettori la propria vita ha preso mogli, fidanzate, messo al mondo creature che trepidanti vi aspettano tra le pareti domestiche e voi vorreste farmi credere che girate felici e sereni senza cellulare? Mettiamoci anche che spesso l’emergenza (in quanto tale) vi sorprende all’improvviso , obbligandovi a cambiarvi in fretta e furia quando siete pieni di portafogli, macchine fotografiche ed effetti personali di vario genere. E allora cosa fate, lasciate tutto nel vicolo o nella cabina telefonica delle città più malavitose d’America?
E poi mi rivolgo alle donne. Come potete pensare di girovagare senza nulla appresso? Oltre ai sovra citati effetti personali unisex, avete tante ulteriori necessità!
Mettiamo caso che vi troviate a saltellare giulive per i tetti o a scalciare come giumente nella calca e zac! Vi viene inaspettatamente a far visita il marchese?
Non avete neanche un assorbentuccio di riserva? Neanche tu Emma-di-bianco-vestita Frost?
Abbandonate la lotta in fretta e furia correndo ad arginare i fiumi di porpora o vi appendete un palo e cominciate a fare forsennatamente la giravolta sperando che si pensi ‘Tutto ok se fa così indossa sicuramente un lines seta’?
Non posso credere che giriate dotate di lazo, pugnali e quant’altro e non abbiate manco un burro di cacao!
Per non parlare dei malesseri che si sa sono donna, tipo il mal di testa. Neanche un antidolorifico , un antinfiammatorio? ‘Scusa amore, oggi non meno, ho mal di testa’.
E dulcis in fundo un accessorio che riguarda entrambi i sessi: le chiavi di casa.
Per quanto liberi, irrintracciabili e in identificabili siate, a casa ci dovete tornare.
Eccezion fatta per i supermiliardari orfani con maggiordomi in trepidante attesa, come aprite le porte delle vostre dimore? Sfondate usci e finestre? E dopo anni nessuno sospetta ancora qualcosa di voi? Seguite l’esempio di Paperino e lasciate le chiavi sotto lo zerbino? Non penso proprio.La soluzione è una sola, voi vi portate la roba appresso.
E dove la ficcate di grazia? Scartando le prime, volgari supposizioni che di sicuro avranno attraversato le menti dei lettori, vi propongo qualche ipotesi.
-         “Pensionato”
Portate le cose al collo, stipate in saccoccette appese sotto il costume, come fanno i turisti in visita al vaticano e le vecchiette che hanno appena ritirato la pensione. C’è un lieve rischio di strangolamento, ma può funzionare.


-         “Giro d’Italia”
Dietro la schiena avete pratici marsupi appiccati al costume. Potrebbe essere comodo, ma correte il rischio di somigliare a bambini insaccati in costumi da bagno con galleggianti incorporati.


-         “Alla cosplay”
In fiera ho avuto un’illuminazione anzi, in questo caso, un flash. Vi ficcate le cose nei calzini. Questo vi fa sembrare un innesto di un essere umano sui polpacci di Gattuso, ma è pratico. Almeno finche nessuno vi prende a calci gli stinchi.


-         “Inspired by Ruby”
Solo per donne. Vi infilate la roba nel reggiseno, strizzata tra quei palloni da basket che vi disegnano al posto delle tette. Non approfondirò ulteriormente questa ipotesi, certa che il 90% dei lettori da questo momento in poi aspetterà solo di vedervi cercare le chiavi di casa.

Attendo delucidazioni sull’argomento e nel frattempo, vi auguro delle ronde piacevoli. Che lo stile sia con voi, per quanto questo mi appaia improbabile.

VG

mercoledì 26 ottobre 2011

Il mantello - Indumento senza un perchè

Buongiorno modaioli appassionati di supereroi!
Eccoci ad un nuovo appuntamento della rubrica “chi-te-lo-fa-fare?”
Una rubrica con questo nome non esiste, ma fa lo stesso.
L’argomento di oggi è ‘ Il mantello’.  Adorati paladini mascherati, vedo che tra voi vige inarrestabile la tendenza ad ammantarvi: Batman, Superman, Robin, Magneto… senza distinzione di sesso e casa editrice sentite il bisogno impellente di appiccicarvi alle spalle uno straccetto svolazzante.
Sfiorando al volo la questione estetica (avete sempre molto gusto nella scelta dei colori , complimenti) vi porterei a riflettere sulla scarsa praticità di questo indumento.
Prima di tutto, la storia è maestra di vita e se da secoli il mantello è stato frullato nella monnezza evidentemente un motivo c’è. A maggior ragione se si svolge un’attività movimentata come la vostra:  qui di seguito vi mostrerò qualche situazione in cui potreste incappare.

-         ACCECAMENTO –
Nel bel mezzo della lotta furibonda il nemico compie un semplice gesto: alza il vostro mantello come fose la gonna di una compagna di classe delle elmentari e il buio cala su di voi. Molta ridicolaggine ma basso rischio di decesso.


-         IMPIGLIO –
Caso 1: Fletti i muscoli, sei nel vuoto…appeso. Bella figura.

Caso 2: Il tuo drappo personale, nel mezzo dell’azione drammatica si impiglia in qualcosa in movimento. Alto rischio di morte violenta.


-         INCENDIO –
Compiendo il tuo dovere di eroe ti lanci impavido tra le fiamme tra gli applausi generali; ne esci fiero, come una sposa felice in un filmato amatoriale, vale a dire tendenzialmente in fiamme.


-         PIOGGIA  -
Stai combattendo come se non ci fosse un domani e all’improvviso comincia a piovere; di colpo ti ritrovi una pezza fracica aderente come una seconda pelle e pesante come ghisa. Complimenti per la silhouette.

Naturalmente ha anche dei vantaggi.
-         Vi permette di sparavi le pose da vanesi quali siete.


-         Vi nasconde agilmente.


Non so, non voglio condizionare il vostro giudizio e minare le vostre certezze, ma vi spingerei quantomeno a pensarci su.
Ho poi una domanda in particolare, diretta espressamente ad uno di voi; Superman, considerata già la sconcertante coincidenza per la quale un paio di occhiali ti rende irriconoscibile nei panni del tenero Clark Kent, ti sembra il caso di mettere ulteriormente alla prova i tuoi conoscenti portando un mantello stropicciato appallottolato sotto la giacca? O lo porti rincalzato nei pantaloni? Eh si, perché tu ti cambi al volo nelle cabine quindi sto straccetto da qualche parte devi pur avercelo!


Detto tutto questo, diciamo tutti insieme no al mantello! Inutile, brutto, difficile da disegnare (diciamolo che queste pezze svolazzanti tendono un po' a somigliare a girigori di alluminio invece che a morbidi drappi) e pericoloso. 
A supporto della mia tesi, porto anche una voce autorevole, la mia mentore e ispiratrice, la stilista delle divinità... Edna.
Andate al minuto 0:30 e pensate figliuoli, se davvero è questa la fine che volete fare!

VG

mercoledì 19 ottobre 2011

Robin - Adolescenti allo sbaraglio

Eccoci di nuovo qui, questa volta in compagnia di un giovincello appena svezzato che a quanto pare avrebbe fatto meglio a non sostituire mai le fasce che lo avvolgevano con le indecenze che porta ora.
Saltando a piè pari quella che potrebbe essere un’interessante dissertazione sul perché un miliardario con manie di travestitismo si accompagni ad uno sbarbatello in piena pubertà e sulla qualità del loro rapporto, passiamo all’abbigliamento.


Diciamo che voi supereroi non brillate per gusto in fatto di moda, ma tu figlio mio stai messo proprio peggio di tutti; già dall’accostamento dei colori si auspicherebbe un daltonismo congenito purtroppo inesistente. Sul serio? Verde rosso e giallo? Hai chiesto consigli per lo styling ad un semaforo? Ragazzo mio, come speri di passare inosservato? Il tuo mentore fa tanta attenzione al suo look total black da becchino per mimetizzarsi nella vostra cinerea città e tu ti presenti vestito come un senegalese patriottico? Davvero non hai imparato nulla! Oppure dobbiamo sospettare del tuo nero amico e cercare con attenzione sull'enciclopedia il significato di 'vittima designata'-
E poi, davvero pensi che la striminzita mascherina che porti in faccia basti a distogliere l’attenzione dal fatto che stai zampettando per la città in mutande? Novello Robin Hood, il tuo gonnellino di ridotte dimensioni somiglia pericolosamente ad un gilet da pescatore di qualche taglia di troppo, ma non basta certo a coprirti le pudenda!! L’infanzia è finita, basta chiappette all’aria! Adottare come soluzione uno slip anni ’70 non mi pare la migliore idea che potessi avere.
E le gambe. Apriamo le gambe. No cioè, apriamo la questione delle gambe.
Generazioni di lettori se lo sono chiesto. Ma tu, giovane pettirosso, come fai a sfoggiare arditamente quei due petti di pollo che chiami polpacci lucidi e lisci?
Dicci il tuo segreto. Calze coprenti? Dai pattinatori a Milly Carlucci le 70 denari hanno  salvato la reputazione di svariate persone; comode, agili, facili da indossare e resistentissime, tengono caldo ma si adattano ai movimenti naturali del corpo.  Oppure, e qui scatta la mia stima, tu ti depili. Non negare, non usare la tua giovinezza come scusante, alla tua età tutti sfoggiate fieramente baffi degni di un cinese e le tue gambe non saranno da meno; il massimo che ti posso concedere è che invece dei riccioli alla Shirley Temple saranno ricoperte da una soffice moquette, comunque ben visibile. Quindi o calze o depilazione. Che metodo preferisci? Osi una ceretta inguinale? Oppure je dai giù di lametta? Nel secondo caso non vorrei essere li quando ricresceranno dei tronchi di sequoia. 
Dulcis in fundo, penso alle tue scarpe. Cosa sono esattamente? Tronchetti? Calzini suolati? Babbucce da notte? Come speri di svolgere il tuo compito così? 
A parte l'orrenda visione (poi abbinata alla gamba scoperta, mammamia!) quale aderenza ti possono garantire?
Comunque figliuolo, noto con piacere che ultimamente hai cambiato vagamente stile e ti sei dato alla tuta di tipo militare, con anfibi, dettagli maschi e soprattutto, gambe coperte. 

Certo, sui colori proprio non ci siamo, e rimane il gilet da Misseri.
Ma sei giovane, voglio darti fiducia e confido nel tuo proseguire nella giusta direzione; scegli accessori grintosi e virili e non gonnelline da donnicciola. Ricorda, per un supereroe cuoio batte sempre nylon.  Magari, coi soldi che ha l’alter ego del tuo amichetto cornuto potreste pure affittarvi un personal stylist; se non volete che scopra il vostro secondo lavoro potete sempre addurre come scusa la necessità di avere dei costumi per un giochino speciale. Credetemi, si fiderà.
VG

giovedì 13 ottobre 2011

Il costume dell'uomo ragno - un mistero insoluto


Salve a tutti!
Su ispirazione e consiglio di VS, oggi sono qui per portare alla vostra attenzione un argomento di vitale importanza, qualcosa che ad ognuno di noi ha sottratto qualche ora di sonno e fatto spuntare qualche ruga. Come è fatto il costume dell’uomo ragno? Non da cosa è fatto (questa sarebbe un’altra bella questione, e io alla faccia dei costumisti hollywoodiani amanti del gommosino squamato ho l’impressione che sia di jersey o elastan); intendo da quali pezzi possa essere composto.
Non lanciatevi in soluzioni affrettate, che la questione si dimostra spinosa e delicata.
Assecondiamo la nostra prima idea, quella che si materializza spontaneamente nella testa di tutti: passamontagna, maglietta, pantaloni, stivali e guanti.



Facile. Troppo facile. L’argomento non si esaurisce con cotanta leggadria, perché il nostro radioattivo amico non se ne va a caccia di criminali svolazzando seraficamente o passeggiando flemmatico; lui se ne schizza da palazzo a palazzo contorcendosi e rimbalzando come un indemoniato.Assume le pose più astruse e improbabili, teoricamente ragnesche e in realtà pericolosamente somiglianti ad una Comaneci che abbia esagerato col doping. Tenendo presente tutto questo, la classica divisione in indumenti del costume si dimostra poco funzionale: reni scoperti, cappuccio svolazzante, pantaloni a mezzo polpaccio.


E quindi questa prima ipotesi dobbiamo accantonarla. Proviamo con la seconda. Potremmo essere più fortunati. Potrebbe trattarsi di un pezzo unico.


Il che vorrebbe dire che il nostro uomo ragno durante le sue ronde notturne non avverte mai il bisogno di fare pipì; magari ha ereditato anche questo dall’insetto che gli ha donato i polpastrelli pelosi. Oppure potremmo sorprenderlo in un vicolo col costume a mezza coscia che spisciazza imbarazzato dietro un cassonetto. O potrebbe essere in possesso di un pratico, utile, confortevole catetere. Ma sospetto che nessuna di queste opzioni sia veramente accettabile a meno che qualcuno non desideri come idolo personale un giovanotto pannolonato.
E comunque, lo abbiamo visto più volte sfilarsi gli stivali e i guanti, e rimarrebbe la questione dei polpacci en plein air.
Resta quindi un'unica soluzione, per quanto difficile sia da accettare. Il ragno –costume si compone di: cappuccio, body, guanti, pantajazz e stivali.


Ebbene sì. Comode fascette di tessuto intorno a pollici e talloni per evitare fastidiose prese d’aria. E’ un duro colpo, ma l’abbigliamento del vostro beniamino ricorda pericolosamente quello delle istruttrici di aerobica in videocassetta dell’83.
In ultimo, rimane la questione del cappuccio. Ho pensato due possibili opzioni: passamontagna fermato da semi invisibili bottoni automatici o cappuccio infilabile sotto la maglia stile finto lupetto di Howard Wolowitz (se non sapete chi sia costui, correte a vedere The big bang theory).
Ai posteri l’ardua sentenza.

VG








sabato 8 ottobre 2011

Wolverine - 'Da via salaria ai boschi del canada'


Guardate attentamente i capi di vestiario nell’immagine qui sopra e ditemi SINCERAMENTE cosa pensereste vedendovi comparire davanti un ometto tozzo, tarchiato e ipertricotico inguainato negli sfavillanti leggings gialli che vi ammiccano qualche riga più su.
Logan non ci siamo, il tuo costume originale ci porta alla mente un passato di travestitismo selvaggio; mi chiedo tu, il più virile dei supereroi (ma anche il più irsuto) come facessi a mimetizzare la tua peluria sotto il giallo canarino; usavi dei collant coprenti 50 den? Non credo davvero sarebbero stati sufficienti a mascherare i ciuffi di biada di cui sei ricoperto … optavi per un leggins? Consapevole spero di somigliare pericolosamente ad una versione di ‘Jane Fonda’s workout’ post catastrofe nucleare. E dello stivale vogliamo parlare? Novello Pretty Woman te ne sgambettavi felice per il Canada con sexy stivali mezzo polpaccio blu cobalto. Non sprecherò neanche righe per proferire inutili parole sulla terribile cintura rossa di  vernice rubata ad Olivia Newton Jhon.
Un tupperware di testosterone come te ha bisogno di ben altro!
Prestami pupilla zotico, che ci penso io.


Il fatto di possedere un fattore rigenerante non è un buon motivo per affrontare combattimenti e battaglie protetto solo da nylon e viscosa. Ho pensato ad un abbigliamento tecnico, in cuoio rinforzato che ti permetta di dare tregua al fattore rigenerante e sprecare le tue energie in qualcosa di meno utile e sicuramente meno edificante. Teniamo conto anche di questa tua ehm… ‘peculiarità’; ammesso che proporti uno smalto lucidante per gli artigli potrebbe voler dire oltrepassare lievemente il limite, ti suggerisco almeno di indossare dei guanti idonei, che non debbano essere cambiati ogni volta perché ridotti a brandelli e un pelo meno eleganti del modello Audrey Hepburn – Colazione da Tiffany che hai sventolato qua e la per anni.
Ed ora, dopo aver allontanato la tua immagine mascherata da quella di Jennifer Beals  (slip sui leggings!! Slip sui leggings!!!) passiamo al tuo look ‘in borghese’.


Questa canottazza me la sciogli nell’acido, grazie, che siete rimasti tu e Bruce Willis a considerarla sexy e virile. Sui jeans beh, che dire, sono la cosa meno grave nella quale potessi insaccare quei San Daniele che chiami polpacci. Magari lavali una volta o due, nel caso volessi evitare di fargli assumere autonoma vita e personalità. Senti a me, siamo fortunati tesoro, quest’anno il look boscaiolo – pecoraro va un casino! L’hai visto quel tocco di figo che al cinema si spacciava per te? Niente a che vedere, ma quanto a stile è una guerra vinta a tavolino! Fòderati di camicie di flanella quadrettate, infilati dentro pelosi gilet e cuoiose giacche, metti in mostra il pastore sardo che è in te!
Vogliamo dire qualcosa sulle scarpe? Abbasta con gli stivali texani! Sei texano? Non mi risulta e allora sfoggia con fierezza scarponi adatti al freddo e alla neve, sfilati quelle terribili pinne cuoiate che in corsa ti trasformano in un grosso pinguino ipertricotico.
Ciò che è fatto è fatto, ciò che è detto è detto, che lo stile sia con te!
VG

venerdì 7 ottobre 2011

Julia Kendall - Parte 2 - "Eleganza e tempo libero"

Julia, eccoci di nuovo qui, ad ammirare l'apocalittico spettacolo del tuo guardaroba.
Passiamo al tempo libero, sempre che tu ne abbia, così noiosa e seriosa come sembri.
Potrei quasi ammirare la tua passione per i trench, se non condividessi i tuoi modelli preferiti col tenente Colombo. Anche qui, largo alle nuove forme! Trench più femminili, con un taglio fantasioso a campana che ti rendano vezzosa e pratica allo stesso tempo.  Per quanto riguarda i look da giorno, pantalone e gonna che siano dovremmo dare alle fiamme il guardaroba intero.  


Il regno dell’ignava giacchetta ¾  e del pantalone ascellare, per non parlare di alcune orribiltà tipo lo smanicato di piuma d’oca da pescatore del baltico. Daje con capi in pelle, grintosi e giovani, pantaloni aderenti (sei uno stecchino figlia mia!) minigonne e camicette spiritose; approfitta del tuo aspetto androgino per osare accessori maschili e rendere il tuo stile indimenticabile. Scarpe comode ma belle, qualcosa di più elaborato dei soliti calzini suolati che tendi a far passare per scarpe da sport; con mille varianti puoi rendere unico lo stile classico che sei convinta di avere.
E la sera. 


Devo ammettere che la scelta del tubino nero leva tutti dall’imbarazzo, si sa che è il capo evergreen salvaguardaroba. Ciononostante ti suggerirei di allontanarti dal modello classico che portava la tua beniamina nel ‘63 e lanciarti in qualche variazione sul tema, a seconda del tipo di serata a cui ti appresti a partecipare. Anche qui, ci tengo a ricordare LE SCARPE,  che non sono solo quelle ciociette sciape che indossi tu.
Dulcis in fundo, mi permetto di dirti due parole sull’acconciatura che porti fieramente dal 1998. Appoggio la scelta del capello corto, sexy ed estremamente gestibile,  ma boccio in toto la cofana che troneggia sul tuo capino. La nostra Audrey, icona indiscussa, ha fatto il suo tempo! Se vivesse oggi e ti vedesse così, imbraccerebbe con cieca furia un tagliaerba! Ti propongo dei tagli ugualmente comodi ma decisamente più attuali, che valorizzerebbero la forma del tuo viso e i tuoi occhioni da cerbiatta.


Fatto, quello che dovevo dirti l’ho detto.  Ora vai, e che lo stile sia con te!
VG

Julia Kendall - Parte 1 - "Al lavoro"


Julia, tesoro, no.
Da dove dobbiamo cominciare? Non so, davvero perdo l’orientamento davanti a questa infinita sequela di capi obsoleti e fuori moda!
Ma cosa ti dice la testa? Una sorella modella e niente, vedo zero recezione qui!  Pronto, ragazza mi senti? Siamo in linea con la moda!
Il look da lavoro, iniziamo da qui.
Cosa sono questi orribili tailleur longuette conditi da giacche tre quarti? Gli anni ’80 sono finiti da un pezzo tesoro, questa roba non la metterebbe neanche Cindy Lauper! Gonne di lana infeltrita altezza ginocchio, cintine di plastica dei cinesi, smanicati a collo alto sintetici e sudaticci ma cosa vuol dire? E’ questa l’eleganza? Somigli tanto ad Audrey Hepburn  ma questo non vuol dire che devi vestirti come lei…la signora è concime per piante da tempo ormai! Se fosse vissuta oggi di certo non avrebbe azzardato questa pochezza di abbinamenti. Mai più giacche mezza misura, mai più pantaloni a vita alta con maglioncini infeltriti strizzati nella cintola ragazza, di Beverly Hills sono finite pure le repliche e conciata così rischi che qualcuno ti scambi per miss Marple!
Ami i tailleur? Ti piace restare sul classico? Approvato, vediamo per cosa potresti optare.


Con il fisico che ti ritrovi (fortunella) puoi indossare davvero qualsiasi cosa, il che ci lascia ampie possibilità di manovra; vogliamo iniziare con l’abbinamento gonna-giacca? Ottimo, opterei per una gonna a vita alta (si la vita alta la usi anche tu, ma credimi questa è tutta un’altra cosa: niente a che vedere con gli indumenti alla Obelix che ti ho visto sfoggiare fieramente) una gonna fasciante, sexy ed elegante ma allo stesso tempo comoda e abbastanza lunga da permetterti di sederti sulla cattedra senza che mezzo ateneo possa fare la conoscenza delle tue ovaie, abbinata ad una camicia di seta bon ton, accollata e dignitosa alleggerita dal fiocco vecchio stile all’altezza del collo. Oppure, se proprio ci tieni alla giacca (o se fa un freddo glaciale e non vuoi fare lezione in codice morse)  puoi abbinare un blazer grigio tono su tono, media lunghezza che ti terrà calda senza sembrare la controfigura di Angela Lansbury.
Se invece decidessi di nascondere le tue gambe da fenicottero virando verso un pantalone hai la possibilità di scegliere un look garconne:  giacchino corto doppiopetto di taglio maschile con pantalone a tubo alla caviglia, abbinato ad una camicia semplice; potresti osare un cravattino, ma occhio a non esagerare: il rischio di apparire una camion che ha perduto la via è sempre dietro l’angolo.
E le scarpe. Le scarpe figliuola.
Cosa sono questi orribili mezzi tacchi? Queste decollete tristi, senza voglia di vivere?
Hai un fantastico collo del piede quando te lo disegnano, azzarda! Francesine, tronchetti, decolletè dalla forma originale e soprattutto tacchi tacchi tacchi! Hai una macchina fantastica, parcheggi a 10 metri dall’ingresso della tua università, per quale motivo avresti bisogno di comodità?
E comunque, ammesso e non concesso che camminare e deambulare serenamente sia un umano bisogno c’è di meglio dei tacchetti a rocchetto di Sandra Mondaini. Da un estremo all’altro: ballerine piattissime, di vernice o di camoscio, decorate o semplici comode e signorili.
Non finisce qui dolcezza, le nostre fatiche sono appena all'inizio.
VG